La pianificazione motoria è un processo cognitivo e psicomotorio, per sviluppare un movimento volontario e organizzarlo in sequenze prima di eseguirlo.
Per fare questo, prima di ogni movimento, il cervello stabilisce un piano motorio costituito da immagini mentali collegate tra loro. Questo è possibile perché è un automatismo che anticipa il risultato di ogni movimento. Nella fase successiva, il cervello specifica i parametri del movimento, ovvero gli elementi spazio-temporali (direzione, forza, ampiezza, velocità) e visuospaziali che guideranno l'azione.
La pianificazione motoria richiede una buona integrazione delle informazioni sensoriali dall'ambiente (tattili, visive e uditive) e delle informazioni dal proprio corpo (cinestesiche, propriocettive e vestibolari) in modo che il movimento prodotto sia adattato alla situazione.
Esistono diverse teorie sulla pianificazione motoria. Ad esempio, secondo una delle ipotesi, i compiti motori possono essere pianificati in modo tale che la lunghezza del percorso, coperto nello spazio interno dei comandi motori, sia minima sotto certi vincoli legati allo spazio esterno, come il qualità del compito svolto o delle capacità fisiche.
I disturbi patologici legati a questa capacità sono dell'ordine della disprassia o disturbo della coordinazione dello sviluppo, il cui specialista è il terapista psicomotorio.