Tinia (spesso scritto Tins , che significa “a Tinia”, dedicato a…) è il nome etrusco del dio equivalente al greco Zeus (o Giove in latino). Gli Etruschi lo chiamavano così perché Tinia deriva dallo stagno e significa "il giorno".
È possibile che il suo nome sia un prestito di una lingua indoeuropea, il cui significato iniziale potrebbe essere "cielo diurno" come per Zeus e Giove.
Tinia è la divinità più importante del Pantheon etrusco, marito di Thalna o Uni . È il padre di Hercle e dei Dioscuri (chiamati Tinas clenar in etrusco, cioè “i figli di Tinia”).
Insieme a Menrva e Uni, formò una potente triade che dominava il pantheon etrusco. Il suo nome compare in tre scatole del fegato di Plaisance . È associato all'aquila, il cui volo era un segno che trasmetteva un messaggio della divinità. Tinia è il dio lanciatore di tuoni ( manubiæ in latino) per eccellenza. Si distinguevano da quelli degli altri dei per il loro colore rosso sangue. Seneca ci dice che gli vengono attribuite tre specie: quelle da lui inviate di sua iniziativa e che avevano un significato favorevole; quelli che inviava con l'accordo di un gruppo di dodici dèi, i Dii Consentes (dei complici) e il cui effetto era benefico ma anche sfortunato; infine quelli da lui lanciati dopo aver consultato i Dii Involuti (dèi nascosti, avvolti nel mistero) e il cui effetto fu terribilmente distruttivo.
Le principali iscrizioni alla sua gloria provengono da Tarquinia e dal suo territorio ( Ferento ). Questi si trovano su frammenti di buccheri .
Sulla zampa anteriore destra della Chimera di Arezzo si legge TINSCVIL o TINS'VIL che può essere tradotto come "dato a Tins".
Alcuni lo identificano con Vertumno , dio della Federazione Etrusca .
I luoghi di culto non sono stati individuati con certezza, ma a Tarquinia è stata portata alla luce una parte del trono imperiale dedicato a Tinia e appartenente al tempio noto come Ara della Regina , di fronte al quale si tenevano le preghiere.
Troviamo, in particolare a Bolsena e Orvieto, altari (chiamati Bothroi in greco) forati da un canale che li mette in contatto con il sottosuolo e il mondo sotterraneo, recanti la dedica Tinscvil . Non sorprende quindi che nel tempio del Belvedere ad Orvieto sia stato rinvenuto un vaso votivo recante l'iscrizione Tinia calusna . L'epiteto calusna (da Calu , una divinità associata al mondo dei morti) indica che Tinia appare qui nel suo aspetto ctonio.