Modello idrogeologico


Il sistema idrogeologico , cioè una falda acquifera e tutto ciò che la influisce, è difficile se non impossibile da risolvere con una semplice equazione. Modelli ridotti (acquari pieni di sabbia e acqua), fisici (per analogia con altre scienze fisiche) e soprattutto matematici (software) consentono di riprodurre, modellare e simulare la complessità di questi sistemi. L'applicazione della modellistica idrogeologica è immensa: sfruttamento o qualità delle acque sotterranee, energia geotermica , ricarica naturale o indotta di falde acquifere.

Storico

Il termine "modello idrogeologico" è, sebbene ampiamente utilizzato, ambiguo perché non si riferisce solo al software comunemente utilizzato dagli idrogeologi per modellare le acque sotterranee. Storicamente, i modelli riuniscono anche altri supporti diversi dal computer. I modelli idrogeologici sono probabilmente iniziati con la costruzione di modelli in scala riproducenti le falde acquifere. Per questo è sufficiente riempire una scatola di sabbia, installare pozzi, "condizioni al contorno" (acqua a livello invariabile, irrigazione, ecc.). Questi modelli sono ancora utilizzati per scopi educativi.

I modelli fisici, prodotti per analogia con altre leggi della fisica (elettricità) sono ora abbandonati ma rimangono pedagogicamente interessanti.

Infine, i modelli matematici (software) che consentono di risolvere il flusso sotterraneo e le equazioni di trasporto sono oggi i più utilizzati dagli idrogeologi. Il modello più famoso è Modflow prodotto negli anni '80 e che da allora ha avuto diverse versioni. Modflow è un modello a differenze finite (maglia quadrata) in contrapposizione ai modelli ad elementi finiti (maglia triangolare) come Feflow, un altro modello ampiamente utilizzato e sviluppato a partire dagli anni '80. Questi due modelli consentono di modellare le acque sotterranee in ambienti omogenei e continui, quindi non si applicano (in teoria) a rocce fratturate, per natura molto eterogenee e discontinue. Per questo motivo sono stati progettati modelli più complessi di Modflow o Feflow, che consentono di simulare il flusso di acque sotterranee nelle reti di frattura. Questo è un esempio di ciò che il software comune non può simulare.

Limitazioni dei soliti modelli

Come accennato nel paragrafo precedente, i modelli standard non possono simulare tutto. Ecco alcuni limiti: - il mezzo deve essere omogeneo e continuo. Pertanto, gli acquiferi fratturati e gli acquiferi carsici non possono essere modellati in modo semplice. Il flusso nei condotti carsici o nelle fratture non risponde alle leggi che dirigono i modelli usuali. In pratica, le fratture sono abbastanza piccole da essere considerate su larga scala come un mezzo continuo e omogeneo. - il mezzo non deve essere comprimibile: infatti se pompando il terreno si assesta (ad esempio) segno che varia la geometria del suolo e dell'acquifero, il modello dovrebbe tener conto di tali variazioni. In pratica questi cambiamenti sono generalmente piccoli e trascurabili.